TOMMASO LE PERA SI RACCONTA

By in 2005, Archivio, Interviste on 14 febbraio 2005
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TOMMASO LE PERA SI RACCONTAAbbiamo intervistato il pi? grande fotografo del teatro italiano e scoperto alcuni aneddoti sulla sua passione per le moto.

Parliamo di passioni: cosa avvicina la fotografia alla moto e cosa la moto al teatro?
?Penso che il mondo della motocicletta, inteso come agonismo, sia tra gli sport pi? ‘fotogenici’?.


In che occasione ? nata la sua passione per la fotografia? La sua famiglia l’ha incoraggiata a coltivarla?

?Sono fotografo da sempre. Mio padre e un mio zio erano fotografi, quindi ho sempre respirato aria di camera oscura?.

Cosa ricorda dei suoi esordi in Calabria?
?In Calabria lavoravo con mio padre anche se in settori della fotografia completamente diversi da quello che faccio adesso?.

Qual ? stato il suo maestro nell’arte fotografica?
?Non ho avuto maestri nel vero senso della parola. Sono arrivato a Roma senza conoscere nessuno e senza che nessuno mi conoscesse, quindi mi sono dovuto inventare tutto. La mia ammirazione va comunque all?opera di Ugo Mulas, che ritengo un?innovatore nella fotografia di scena?.

Come ricorda il rapporto con Peppino De Filippo?
?Non conoscendo nessuno, all?inizio, ero costretto a fotografare di nascosto cercando di non farmi notare sia dagli attori che dal pubblico. Si pu? dire che questo mi ha aiutato ad ?inventare? la fotografia di scena in movimento, senza, quindi, fermare il corso dello spettacolo e della recitazione. Con questa tecnica, mi ricordo, feci anche alcune fotografie ad uno spettacolo di Peppino De Filippo che quando le vide le apprezz? moltissimo, mi fece tanti complimenti e mi affid? il servizio del suo successivo spettacolo. Il mio primo servizio commissionato?.

Esistono dei punti di contatto tra gli spettacoli teatrali e le competizioni (o le feste) motociclistiche?
?Sono due generi diversi ma, ugualmente, per le due discipline, bisogna essere
profondi conoscitori della materia?.

A che et? e in quale circostanza ha incontrato per la prima volta il teatro?
?Mi sono trasferito dalla Calabria a vent?anni e ho subito cominciato ad
occuparmi di teatro. Prima non avevo mai visto uno spettacolo teatrale?.

Cosa significa essere la “memoria visiva” del teatro italiano e come vive questa sua responsabilit??
?Il teatro, come si dice, ? scritto sull?acqua. Molto raramente uno spettacolo viene proposto una seconda stagione e, una volta sciolta la compagnia, gli attori interpretano un altro ruolo, le scene vanno al macero, i costumi ritornano in sartoria e lo stesso viene dimenticato.
?Solo la fotografia conserva una memoria storica dell?evento che si ? consumato sulle tavole del palcoscenico e che, indipendentemente dall?esito dello spettacolo, ? costato lavoro, impegno e sacrificio per tutte quelle persone che hanno contribuito alla realizzazione dello spettacolo?.



Come nasce la sua specializzazione e quali emozioni si provano nel ritrarre un palcoscenico e i suoi protagonisti nell’atto della recitazione?

?Amo moltissimo il teatro e tutto il suo mondo. Dopo circa 4000 spettacoli
fotografati si pu? dire che sono un discreto conoscitore del palcoscenico, ma
la cosa che ogni tanto sorprende anche me, ? che ogni volta che mi accingo
a fotografare un nuovo spettacolo mi prende un?emozione ed un?eccitazione
come se fosse la prima volta?.

A quale et? ha cominciato ad andare in moto? Qual ? stata la sua prima motocicletta?
?Mio padre possedeva una Lambretta e portava a spasso tutta la famiglia
(cinque persone), il mio posto era sulla ruota di scorta che sul quel tipo di
moto era posizionata sul retro. Sicuramente il mio amore per le due ruote risale a quei ricordi. Successivamente ho avuto altre moto tra cui una bellissima,
mitica Guzzi V-7?.

Lei ? un artista italiano apprezzato in tutto il mondo: qual ? secondo lei la casa motociclistica italiana che meglio rappresenta l’Italia nel mondo?
?Moto Guzzi ? un marchio molto noto all?estero e non a caso le sue motociclette sono considerate le ?Ferrari? delle moto?.

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