FABRIZIO MEONI, IL RALLY NEL SANGUE
Il richiamo dell’Africa, la sfida al deserto e a se stesso. Fabrizio Meoni ha vissuto una carriera trionfale come pilota di rally, vivendo con la sua Ktm gioie e dolori, fino alla tragica scomparsa in Mauritania.
Un’altra morte, dopo quella dello spagnolo Jose Manuel Perez nella giornata di ieri. Due colpi durissimi, che hanno procurato un forte scossone all’ambiente della Dakar, da cui sar? difficile che moralmente i piloti possano riprendersi.
?Notizie come queste vorremmo non accadessero mai, sono il lato brutto di una gara che ha fascino e passione? aveva commentato per una macabra ironia del destino lo stesso Fabrizio Meoni, interpellato sulla morte di Perez.
Senza sapere che il giorno dopo la stessa tragica sorte avrebbe colpito proprio lui, l’inossidabile toscano che lo scorso anno tutti davano per uscente e che invece aveva saputo ritrovare le motivazioni e la condizione giusta per tentare un’ultima Dakar e viverla da protagonista, con serie chance di centrare il terzo titolo.
Speranze che sono state spazzate via nella sabbia della Mauritania, in una tappa come le altre, che Fabrizio con la sua esperienza pi? che decennale di rally conosceva bene, pur sapendo che le insidie del deserto sono incalcolabili.
Aveva iniziato con l’enduro nel 1972 Meoni, diventando nel 1988 campione italiano juniores della cc.250. Poi era arrivata la passione per i rally, dove aveva conseguito il massimo: un palmares eccezionale, tra i cui trofei spiccavano quelle due vittorie nella Parigi-Dakar, ma anche quattro rally di Tunisia, tre rally d’Egitto e la coppa del Mondo Tout Terrain nel 2000.
Sul suo sito ufficiale questa mattina non si faceva parola della sua scomparsa, troneggiava ancora un articolo sulla splendida Dakar finora condotta dal “Cinghiale“, primo assoluto a met? gara con tre minuti di vantaggio sul suo compagno di marca Cyril Despres. Non aveva resistito al richiamo dell’Africa Fabrizio, e stava regalando ai suoi tifosi splendide emozioni con tutta l’aria di compiere una nuova impresa, la conquista della Dakar 2005. Poi in molti di quei tifosi avrebbero sperato che la carriera di un grande pilota italiano della Ktm proseguisse verso nuovi traguardi, ma pi? probabilmente, a 47 anni, sposato e con due figli, Fabrizio si sarebbe ritirato, godendosi la tranquillit? familiare e guardando con serenit? e soddisfazione alle tante imprese centrate nel corso della sua luminosa carriera.